immagini // “Di taverna in taverna” di Sandro Sinigaglia (a G. Usellini)

Immagino due amici, il poeta Sandro Sinigaglia e il pittore Gianfilippo Usellini insieme in una taverna… il clima è goliardico.

Il pittore offre da fumare ad un facchino sdentato mentre in una gabbietta saltella un uccello di passo.

La notte è luminosa, Sandro e Gianfilippo escono dalla locanda e si trovano di fronte al lago. Due barcaioli (matelotti) attendono i potenziali clienti e i due amici, a cui non manca l’ appetito, decidono di farsi traghettare a Ranco.

Nel ricordo della signora Gina, evidentemente cuoca provetta della sponda lombarda, già pregustano i carpioni cotti a puntino, sempre alonda… (derivazione dall’ espressione “all’ onda” detto di un risotto mantecato al punto giusto).

Porgi l’ ugello privato

della pipa che brucia

la miscela raffinata

al facchino seduto

davanti al mezzo

e il naso aizza:

bocca in disarmo

sdrucita dagli anni e dalla cicca.

Si sveglia il passatore

nella gabbia salticchia. Optimus

pictor sei Gianfilippo

pantagruelico patafisico ed anche

panteista.

Fuori è lago

notte di luna due

matelotti blu ancora attendono

chi voglia traghettare

a l’ altra sponda.

Ranco! Che ne diresti?

I carpioni ci stan sempre.

Sempre al bacio dalla Gina sempre alonda”.

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