gente di lago//Ineffabile lago: Andrea Vitali alla libreria Alberti di Verbania

Il clima natalizio appare essere l’ habitat ideale di Andrea Vitali, la verve, il talento di raccontatore, riempiono la libreria Alberti di Verbania e la trasformano in un caldo teatro naturale.

Ci fossero fiammelle di camino e bambini accoccolati il gioco sarebbe svelato: eccoci in un convivio di amici e conoscenti a celebrare un avvento narrativo, il desiderio di ascoltare storie vissute e liete novelle, filone aureo di uno scrittore in grado di scalare con leggerezza le classifiche di vendita e di conquistare dai giorni dell’ esordio schiere sempre rinnovate di lettori.

I motivi ufficiali della visita di Andrea Vitali sono legati ai festeggiamenti per i sessant’ anni di vita della libreria Alberti e alla presentazione di un binomio di sue opere recentemente date alle stampe, vale a dire “Biglietto, signorina” (Garzanti), intrigante storia di lago con protagonisti un candidato sindaco arruffone e un’ avvenente forestiera aspirante femme fatale, e “ Di impossibile non c’è niente” (Salani) favola scintillante e parabola moderna sull’ amore per la natura e il rispetto delle tradizioni.

Ma il flusso di memorie, lo zaino magico del narratore, ribollente di esistenze e aneddoti, sfocia nello svelarsi a ruota libera, al di là di ufficialità e convenzioni.

Spunta fuori una data, forse un nuovo inizio, dal prossimo gennaio il celebrato scrittore in camice bianco formalmente non eserciterà più la professione di medico di base e Vitali ce lo ricorda con rammarico, raccontando di un mestiere cambiato negli ultimi vent’ anni, parcellizzato da burocrazia e laccioli informatici; accavallando le emozioni fa riferimento ad un’ altra avventura, la collaborazione con una comunità per malati psichiatrici a cui già sta dedicando impegno e riflessioni.

E poi l’ amore, quasi l’ ossessione per la scrittura e l’ elaborazione del quotidiano, il timore di non riuscire a imprimere sulla carta tutto l’ oro della vita e il conforto nell’ apprendere (noi lettori assetati) di una dozzina di titoli messi in cantiere e disponibili a lievitare nel tempo per evolvere in delizia e corpo letterario.

A seguire, scontato e passionale, il ritratto di un’ affinità tanto forte da essere quasi indecifrabile, il sentirsi uomo di lago senza mezze misure, l’ incapacità di accostarsi stabilmente a nuovi territori, il pudore decisamente mistico che non permette null’ altro che l’ osservazione dell’ elemento liquido e…per carità, il bagno lo lasciamo fare soltanto ai pesci che è meglio…

Fra il pubblico, un attento lettore gli ricorda una definizione, il tentativo del romanziere di Bellano di descrivere in parole l’ odore del lago, una suggestione presente all’ interno di uno dei suoi romanzi: “Profumo grasso e speziato”. Ma Vitali riflette un poco, riassume i pensieri in una parola: “Ineffabile” e ricorda che in certe notti nell’ odore di lago è compreso un limpido cielo stellato e al diavolo i luoghi comuni che ambientano sulle sponde sospiri malinconici e attenuati.

La brumosa propensione allo spleen non è necessariamente di casa e come poteva un “nativo” non fare cenno ai mitici turisti (milanesi per distacco) tanto “simpaticamente” dileggiati nella vivacità dell’ alta stagione quanto silenziosamente rimpianti nell’ ora dei commiati e dei ritorni a casa…Lamentarsi dei turisti è bellissimo… confessa Andrea Vitali e nel suo sorriso sornione c’è la sintesi di un’ appartenenza, di un codice complesso, imprinting e deferenza congenita perchè il lago…quando è immobile sembra una bestia pronta a scattare…

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