luoghi e storie di lago // Idrovia… Locarno Milano Venezia
Riemergono da migliaia di libri le figure dei Principi milanesi, Gian Galeazzo e Filippo, il marmo di Candoglia, la Fabbrica del Duomo e le visite ai castelli di famiglia; riaffiorano le anime indistinte, quasi familiari, degli uomini di lago e di fiume, fautori della modernità faticosa e ciclopica: naviganti, carpentieri, operai, boscaioli, minatori, soldati e generali, sistema vitale e crudele, acqua, terra e pianura e infine mare.
Poi il silenzio, rivoluzione e pianificazione, velocità, dighe, canali, chiuse, la tiepida decadenza dell’ alga, della profondità, i traffici deviati su linee adeguate, rullio di sottofondo, strade, ferrovie, i Navigli dimenticati e nascosti, inumati.
Da oltre un decennio se ne parla: restituire alla cultura, all’ origine di una terra, l’ antica direttrice pulsante, ripartire dal poco o dall’ immenso, dalla nobiltà della natura, dai paesaggi, innervare i manufatti storici, il patrimonio emotivo e attivare la prospettiva unica, contemporanea, il gusto, il piacere del ritorno, il turismo, le tradizioni, le guide e i pannelli esplicativi.
Se ne parla. E si è anche fatto: denari investiti, opere realizzate, anelli di congiunzione, sinergia, convegni, attracchi di interscambio, tavoli istituzionali; qualcuno prospettava il compimento dell’ opera nei giorni fibrillanti della Grande Esposizione 2015 ma il tiro era troppo alto, se ne riparlerà, il tempo incollerà i suoi pezzi, ma un dubbio infetta il mio pensiero, il ritmo e le frequenze non collimano, “a volte ritornano” e come ben sanno i cinefili, quasi mai gli estinti camminano retti e conformati.
Accettare l’ immane dislocazione del tempo mi fa pensare nientemeno che a Dante, al paradiso… fede è sostanza di cose sperate… una sfida severa, forse improbabile.