luoghi e storie di lago // Una versione d’ acqua dolce…

L’ estate pazza, certo, qualcosa ha contribuito l’ inquinamento, la voracità proverbiale delle specie non autoctone.

Eppure lungo il parapetto, nel fondo visibile, rare alborelle in piccoli sciami, i gobbetti nascosti tra le rughe dei piloni di attracco.

La decadenza delle alborelle, principine del lago, riciclate a esche per i persici vagabondi e in fondo alla passeggiata, vicino all’ albero rotto, il ricordo dell’ anguilla e le trenta lenze lasciate a trabocchetto a penzolare dal barchino.

I pescatori filosofi della sponda magra si prendono in giro, vince chi non rimane a bocca asciutta, e prende il largo un’ ipotesi: la scarsità del pescato è colpa dei depuratori comunali, l’ igiene di solventi e battericidi, la versione d’ acqua dolce del letame e i diamanti di Fabrizio De André.

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