immagini // dalla raccolta “La casa vuota” di YARI BERNASCONI (Marcos y Marcos, 2021)
Verso Luino le strade non crollano,
non lasciano voragini aperte sopra il buio.
Solo gli smottamenti danno scosse leggere
alle curve e ai profili delle pietre. Le storie
di contrabbando sbiadiscono lontane:
auto svizzere e italiane attendono al semaforo
che è sempre rosso all’entrata del tunnel.
Poco dopo, vicino al tornante pericoloso,
fiori di plastica si sciolgono al sole.
Yari Bernasconi, da “La casa vuota” (Marcos y Marcos, 2021)
Yari Bernasconi, nato a Lugano nel 1982, ha esordito con il libretto di poesie Lettera da Dejevo (Alla chiara fonte, 2009). Fra le sue pubblicazioni la silloge Non è vero che saremo perdonati (in Poesia contemporanea. Undicesimo quaderno italiano, Marcos y Marcos, 2012), la raccolta Nuovi giorni di polvere (Casagrande, 2015, premio Terra Nova della Fondazione Schiller e premio Castello di Villalta Giovani), tradotta in francese e tedesco (rispettivamente Nouveaux jours de poussière, a cura di Anita Rochedy, Éditions d’en bas, 2018, e Neue staubige Tage, a cura di Julia Dengg, Limmat Verlag, 2021), e ancora le plaquette La città fantasma (Nervi, 2017) e Cinque cartoline dal fronte e altra corrispondenza (L’arcolaio, 2019). Nel 2021 ha pubblicato con Andrea Fazioli il reportage letterario A Zurigo, sulla luna. Dodici mesi in Paradeplatz (Gabriele Capelli). Yari Bernasconi vive a Hinterkappelen, vicino a Berna. (da marcosymarcos.com).
foto di Omar Cartulano