incontri, eventi // il progetto di inclusione sociale “FARE” a VERBANIA, NOVARA e VERCELLI: la storia normale e straordinaria di Marco

Il progetto FARE, nato nel 2019, coinvolge associazioni ed enti che si occupano di inclusione sociale tra le province di Novara, Verbania e Vercelli.

Molte delle sue risorse sono destinate alla sensibilizzazione delle aziende per l’inserimento all’interno del proprio organico di persone fragili, e alla creazione di laboratori di sperimentazione lavorativa.

Marco – nell’ambito del progetto gestito dalla Cooperativa Sociale Il Ponte di Invorio – svolge piccoli compiti in autonomia nel laboratorio Gener.Attiva di Borgomanero.

Marco ha 25 anni, è autistico e lavora da quasi un anno. I compiti che gli vengono affidati sono tanti e diversi: si dividono viti e tasselli, le forcine per capelli sono ordinate e pesate in piccoli contenitori, si mettono le guarnizioni nei soffioni delle docce. Con i colleghi si trova bene, sono una bella squadra, durante la pausa si parla di canottaggio e si beve una cioccolata alla macchinetta. Nel tempo libero Marco fa canottaggio sul lago d’Orta, gli piace nuotare in piscina, camminare nel bosco e andare in montagna.

Sono tante le famiglie di chi è coinvolto nel progetto: cuore della rete è dimostrare che ogni persona può essere parte della comunità e lavorare se si creano i contesti adeguati. Ognuno diventa una risorsa, per sé stesso e per gli altri. La mamma di Marco, Teresa, sottolinea quanto questi ragazzi abbiano bisogno di vita. Vede suo figlio felice da quando, da solo, ha iniziato il suo percorso lavorativo. Sa che se l’esperienza dovesse finire sarebbe molto complicato, difficile da spiegare e accettare: Marco sta imparando a gestire una serie di nuove responsabilità e compiti, costruendo, poco alla volta, autonomie e competenze.

FARE crea non solo occasioni lavorative ma anche opportunità per il tempo libero. Marco, per esempio, partecipa alle attività di Vuoi uscire con me?, il progetto dell’ODV Orizzonti all’interno del quale si creano, con continuità e accompagnati da volontari formati, occasioni informali di socialità per ragazzi con disabilità. Sono attività normali come andare in piscina o a ballare in discoteca, ciaspolare sulla neve e fare merenda in pasticceria. “Il vero dono – dice Teresa – sono ragazzi della sua età che vanno a prendere Marco e lo portano, tra amici, a mangiare una pizza”. Al centro, l’idea di avere una vita al di fuori dalle mura di casa insieme a persone che non fanno parte del proprio nucleo familiare: una rete che sorregge chi ha delle fragilità e ha bisogno di più aiuto, un sostegno che crea opportunità per rendere ogni giornata quanto più possibile piena e normale. Si lavora così, con pazienza e costanza, sulle autonomie di ognuno, e si creano le occasioni per andare in questa direzione.

Per tanti ragazzi del territorio e le loro famiglie i diversi attori di FARE (alcuni con alle spalle decenni di lavoro nel sociale) diventano un fondamentale punto di riferimento e di appoggio. Non solo per il presente, ma anche per il futuro. Spesso si tratta di un aiuto possibile grazie alla comunità che opera attraverso enti del terzo settore e di volontariato, in costante collaborazione e dialogo con le pubbliche amministrazioni.

Grazie al contributo del Ministero delle Politiche Sociali e in collaborazione con la Regione Piemonte, FARE continua a progettare il futuro e sta ultimando le azioni del bando vinto l’anno scorso e declinato in tre direzioni principali: inserimento lavorativo di persone fragili, ricerca di nuovi volontari, incontri di formazione per enti del terzo settore.

Per farsi avanti e partecipare alla rete FARE, come ente, azienda o volontario, ci sono due email: fare@fareinclusione.it | volontariato@fareinclusione.it

I social di FARE e il sito fareinclusione.it sono costantemente aggiornati con tutte le iniziative. Basta cercare FARE inclusione su Facebook, Instagram e Youtube.

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